& questo anchora si doverebbe observare in uno officiale di una cita, o republica obsessa da li suoi inimici, o che patisse alchuna oppressione perche non debbe restar senza il suo rectore per lo periculo di quella republica; & dice Ioseph De bello iudaico che l'Imperatore non deve pugnare con la sua persona per lo periculo universale; & narra Onexandro che l'Imperatore debbe combattere piu con audacia, & con consiglio, & con temperantia, che con sua persona, & abstenersi dalla pugna particulare; & habiamo detto di sopra dove havemo parlato della battaglia delli Imperatori, & questo quando officiale fosse perpetuo; perche serebbe tenuto dar campione; ma quello elquale fosse officiale temporale se aspetarebbe il fine del suo officio, & da poi gli proprii, o vero dovera havere licentia; & secondo la lege uno officiale che nante la fine dil suo officio lassa lofficio glie tenuto a gran pena; & quando non havesse licita opppressione; ne fosse assediata, & la sua persona non fosse periculo universale sarebbe iusta cosa che combattesse; & satisfacesse al proprio honore; & alla disciplina militare; & essendo il suo signore absente dalla provincia in impresa, o vero se fosse infermo, opreso, al'hora tutti gli officiali sonno excusati dalla battaglia particulare, alla quale non sarebbono astrecti senza licentia dil loro superiore infino che cessasse la necessita; & questa e gran ragione; perche essendo assediata una cita potrebbe l'inimico provocare lo rectore a battaglia per se o per altri, & combattendo con quello, & vencendolo, o vero occiden-
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