HOra ritornando alla dichiaratione dell’arte nostra, dico, che ritruovandosi il nemico in qal si voglia sorte di quiete in postura, doveremo per operare con scientia considerare le quattro cause, le quali cagionano gli effetti: Et primieramente la causa efficiente, che è l’huomo: & questa è la più generale, & più remota nell’attione di questa postura: ma la più propinqua, & particolare sarà l’atto, nel quale ess’huomo si truova; il qual atto ci dimostra l’effetto, che può nascere da quello.
La causa formale, la quale è il moto in generale dalla sua quiete, ci denota la misura del moto particulare, il qual’è per mettere quella in effetto.
La causa formale, la quale è la proportione della spada nemica, ci palesa l’effetto della sua ferita.
La causa finale voglio, c’hora in quest’effetto sia quella, che noi consideriamo intorno alla linea della spada, la qual ferendo hà per fine il colpire nel nostro corpo. Però la final causa sarà il punto della nostra superficie.
Et ritrovandosi il nemic con la spada in linea retta; ma sottoposta al nostro pugnale, come se egli fosse in guardia terza, & quarta, allhora battendo quella linea, & nell’istesso tempo ferendo mettere-