ALL'AVTORE
IL libro dell'Arme, così ben tessuto Signor Francesco, m'è stato di molto gusto leggere, ammirando in quello la sua dottrina, che per appunto mostra esser un sottil distillato, estratto dalla singolar vivacità del suo spirito, e per esser la materia tanto degna, sarà ricevuta con molta sodisfattione dalli studiosi armigeri, & certifico V.S. che darà al Mondo saggio del suo Nobil'ingegno, & non sarà minor di lode, che degno di ogni honore, e ne restarà V.S. al Mondo per fama immortale, di modo, che viverà sempre nello bocche de' generosi Cavalieri, dopo il passaggio di questa vita mortale; Non potrà la detta Opera restar offesa da maledica lingua, portando seco l'impronta dell'Arme per colpire; è la lingua messaggiera del cuore per difensare le sue ragioni, tal che non può haver temenza de' ciarloni, restando, inviluppati nel laberinto di maledicenza, con scherno, & dishonore, con che fine bacio à V.S. le mani, & gli auguro dal Cielo ogni bene.
Dell'Accademia alli 20. Luglio 1653.
Servito di cuore
L'Academico Incognito.