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Page:Duello, libro de re (Paride de Pozzo) 1521.pdf/163

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facesse fondamento de iusta querela per una dele parte; & se dicesse sopra cio te voglio sostenere renuntiando la prima stomesa, quale non fosse o molto dubia, o iusta.

In che caso per iniurie se vene a battaglia. Capitulo XXII.

Che diremo anchora un a un'altro dira tu si un ruffiano traditore de mille forche; il iniuriato responde tu menti, o per honestamente parlare dira tu dici una gran falsita; se in questo caso se debbe venire a battaglia; & certamente se determina che no; perche quello che ha udita la iniuria ha satisfacto il suo honore dismentendolo de quello che epso lo iniuriava facendolo restare per mentitore; & non li sara iniuria ante sara de quello che prima la disse; & accascance compensatione del mentire, & del dire iniuria tra loro che fa remanere la battaglia; anchora che lo iniuriato prima respondesse con debita reverentia tu menti che io non son ruffiano, o non ho lo mancamento dele iniurie, quale tu me dice; questa e sententia de Dino de Mongello, & anchora de Bartholo principe de lege civile; concludendo esser magior iniuria il mentire che tacere la verita; salvo se dicesse il iniuriato tu menti che se in verita mentira a non e iniuriato, & sariali gran satisfactione, donando in cio exemplo che il mentito e simigliato a un latrone. Secondo la lege Iustiniana, dando in cio anchora debita satisfactione alo iniuriato; quando dicesse tu dici il falso, o tu non dici il vero; & de questo resta satisfacto alo conspecto de persone grave, & de auctorita. Ma il primo iniuriato e chiamato traditore,