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Page:Scienza d’Arme (Salvator Fabris) 1606.pdf/163

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LIBRO SECONDO

DISCORSO SOPRA L.a ANDARE DI RISOLVTIONE.

NOI SIN QVI HABBIAMO PARLATO DELLE RAGGIONI, che ogni proffessore d’ armi si da ad’ intendere di sapere, ancorche da pochi siano bene intese, & con le debbite sottilità essercittate. Mà hora trattaremo d’ alcuni concetti, non solamente mai più non espressi da altri, mà forsi non caduti nella speculatione d’ alcuno, ò se pure caduti, almeno non capiti, & non intesi, sono stati, come troppo sottili messi in disparte, dalli ingegni più arguti di quest’ arte, iquali uolendo forsi coprire l’ incapacità loro si sono sforzati di contra dire fondando la raggione sua sopra quella massima commune, che l’ huomo debba fermarsi in presenza, & aspettare tempo di potere ferire, & che chi andarà senza tempo restarà ferito. Noi concediamo, che sia bene il sapere aspettare il tempo, & l’ occasione di andare[1] à ferire con raggione, perche da questo aspettare ne segue la cognitione delle distanze, tempi, contratempi, & di tutti li inganni, & insidie, che possono uenire da una nimica mano; nondimeno argomentiamo in questo modo, & diciamo, che frà dui fermati in guardia non ui è alcuno uantaggio, perche l’ uno aspetta il medesimo che aspetta l’ altro, doue può nascere così bene l’ occasione per l’ uno, come per l’ altro, talmente, che tutti dui aspettano con eguale pericolo, & se tal uolta si uede qualche uantaggio frà essi, tutto uiene per hauere l’ uno aquistato la spada dell’ altro, & per hauerla impedita, che non possa ferire nel luogo, oue si troua, & pure collui che è superiore di tale uantaggio aspetta anco il tempo, parendoli non potere ferire se prima il nimico non si moue, & nasce molte uolte con tale dimora, che il detto superiore di uantaggio non solo perde l’ aquistato, mà che ’l nimico aquista sopra di lui; errore ueramente non scusabile, che l’huomo si lascii leuare quello, che con tanto pericolo hauea guadagnato, che à noi pare, che molto meglio sarebbe stato, hauendo il uantaggio, lo andare senza aspettare altra cosa, sicuro, che la nimica non poteua ferire nel luogo, oue si trouaua, ne dare tempo aldetto nimico di considerare il pericolo, & pigliare nouo partito; Altri ancora uiè liquali, se ben gionti in misura, non procurano aquisto alcuno, mà solo uedendo il nimico non mouersi lo uuole far mouere, dandoli occasione, & facendoli qualche tempo. ò chiamata, ouero qualche finta per pigliare poi il tempo di quel moto, cose possibile à riuscire sì con hnomini non accorti, mà di mortale pregiuditio se si hauesse à fare con qualche intendente, perche chi considera bene tale operatione troua, che costui fà il tempo per farlo fare all’ auerssario non s’ accorgendo che suo è il primo pericolo, & ancoche sua intentione sia di fare un sì picciolo, tẽpo che l’ altro nõ lo possa ferire, non può nondimeno essere tanto picciolo, che ’l detto auerssario non habbia comodità di pigliarli qualche uantaggio sopra, dal quale non potrà liberarsi senza molto pericolo di restare ferito, potendo oltreciò restare ingannato dalle finte. Non biasimiamo già questi termini, & questi strattagemi, ne nissuna delle antedette raggioni, come buone da sapersi in se stesse, mà si bene inutili, & impertimenti nel nostro caso, nel quale si richiede[2] trouare un modo disperare, colquale si possa, dopò messa mano alla spada, andare à ferire il nimico senza fermarsi, sia pure esso nimico in qualunque sito, ò guardia con l’ armi, faccia tempo, ò non lo faccia, pari, ò ferisca

  1. Originally "andere", but corrected in the errata.
  2. Originally "richede", but corrected in the errata.