forza, e si disciolgono le braccia; se riguardiamo alla sua origine, e chi fosse il primiero, che lo ponesse in uso ad aggrandillo, dice Salustio, che fosse nel regnar di Nino; poi nell'Asia Ciro, in Grecia i Lacedemoni, e gli Ateniesi, e si passò à Romani, appresso de' quali havevano publiche Academie, nelle quali veniva da professori ammaestrata la gioventù, onde non essendo da dubitare della antichità, e meravigliosi effetti dello Spadone, e chi perfettamente vuole ben maneggiarlo, è necessario l'esercitarsi nell'arte, che altramente non ad altro serve, che ad intricare ed inviluppar le mani, il che non accade ad uno sperimentato, il quale venendo contra il nimico, haverà pronti i partiti, che saranno appropriati al caso, e fatto ardito dalla virtù, e l'accompagnarà con la vendetta. A quelli dunque, che senza altri discorsi conoscono questa virtù, sarà facile impresa l'arrivare alla perfettione, che si desidera, osservando però le lettioni delle seguenti Figure, le quali hanno palese quelle particolarità, che difficilmente si possono dichiarare con le parole, & sia il fine del presente discorso di quest'arme.
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