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Page:Regole di molti cavagliereschi essercitii (Federico Ghisliero) 1587.pdf/118

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della breccia: perche non si può lavorere si non di notte; & questo ancho alle volte si può far malamente: & perciò il riparo sarà debole.

Cosi, fatto che noi haveremo la ferita, faremo la ritira ta con tre passi, sempre tenendo il corpo in prospettiva: accioche il nemico non possa ferir noi, mentre che staremo fermi nella distanza,che tal nostra ritirata sarà à meza luna.

Onde, quando le ritirate sono fatte, come si convienne, sono molto difficili da guadagnarsi: perche, qual si voglia proportione di linea, che entri in una circonferenza, viene imboccata da detta circonferenza.

Però noi staremo sempre in stato di ritirata col corpo in semicircolo, necessitando il nemico à venire in mezo della nostra ritirate; la quale sarà la spada, & il pugnale posti nella nmostra guardia: perche, qual si voglia sorte di ferita, che capiti in mezo delle nostre armi, sarà imboccata dal pugnale; & sarà ferito il nemico dalla nostra spada.

Et quando si vuole entrare in dette ritirate, sik camina con la trincea alla Francese: la quale è difficilissima, & di molto stento: peroche cavando bisogna buttarsi il terreno dalle bande per coprirsi: & per fornte si mettono fascinoni; overo tavoloni: ma il difenfore aggiustandovi un pezzo d’artiglieria, fa grandissimo danno. Oltre, ch’esso medesimaméte