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Qui sono tre compagni che voleno alcider questo magistro. Lo primo lo vole ferir sotto man che porta sua lanza a meza lanza. L'altro porta sua lança restada a tutta lança. Lo terzo lo vole alanzare cum sua lanza. E si è de patto che nissuno non debia fare più d'un colpo per homo. Anchora debano fare a uno a uno.

Vegna a uno a uno chi vol venire, che per nessuno di qui non mi son per partire. Anche in dente di cenghiaro son presto per aspettare. Quando la lanza contra me vignirà portada overo de mane zitada, subito io schivo la strada zoè che io acresco lo pe' dritto fora de strada e cum lo stancho passo ala traversa rebattendo la lanza che mi vene per ferire. Sì che d'mille una non poria fallire. questo ch'io façço cum la ghiavarina cum bastone e cum spada lo faria. E lla deffesa ch'io fazo contra le lanze, contra spada e contra bastone quello faria li mie zoghi che sono dredo.

Questo si è zogho del magistro ch'è denanzi che aspetta cum la ghiavarina quegli da cavallo in dente di cenghiaro, in passar fora de strada e rebatter ch'elo fa ello intra in questo zogho, e perché ello sia inteso io lo fazo in suo logo, che cum taglio o punta lo posso ferire in la testa, tanto porto la mia ghiavarina ben presta.

Anchora è questo zogho del ditto magistro ch'è denanzi in posta de dente de zenghiaro, in suo scambio io fazo questo ch'ello lo pò fare. quando la lanza è rebatuda io volto mia lanza, e sì lo fiero cum lo pedale, che questo ferro si è tempreado e di tutto azale.