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Questi sono tre compagni che voleno alcider questo magistro che a spetta cum la spada a doii mane. Lo primo di questi tre vole lanzare la sua spada contra lo magistro. Lo segondo vole ferire lo detto magistro de taglio o de punta. Lo terzo vole lanzare doii lanze ch'ello a parechiade, come qui depento.

Io spetto questi tre in tal posta, zoe in dente di zengiarom e in altre guardie poria spettare, zoe in posta de donna la senestra, Anchora in posta di finestra sinestra, cum quello modoe e deffesa che faro in dente di zenghiaro. Tal modo e tal deffesa le ditte guardie debian fare. Senza paura io spetto uno a uno, e non posso fallire, ne taglio ne punta ne arma manuale che mi sia lanzada. lo pe dritto ch'i'o denançi acresco fora de strada, E cum lo pe stancho passo ala traversa del arma che me incontra rebatendola in parte riversa. E per questo modo fazo mia deffesa. Fatta la coverta subito faro l'offesa.

Questo magistro spetta questi[1] doi cum le lor lanze lo primo vol trar cum la punta sopra man, E l'altro vol trare sotto man. questo si vede. Lu magistro che aspetta cum lo bastone e cum la daga, quando uno di questi gli vol trare cum sua lanza, lo magistro piega lo baston in verso parte dritta zoe quasi in tutta porta di ferro voltando la persona, non amovendo gli pie ne lo baston di terra. E rimane lo magistro in guardia. E come uno di questi tra, ello rebatte la sua lanza cum lo bastone, e cum la daga s'ello bisogna a man stancha, e cum quello rebatter ello passa e fieri. E questa e la sua deffesa come troverete dredo questi doi de lanze.

Eramo ambi doi disposti de ferire questo magistro ma segondo lo so ditto non poremo far niente. Salvo se noii no l'inganamo per questo modo zoe noi volteremo gli ferri dele lanze di dredo, e traremo cum lo pedale dela lanza. E quando ello rebattera lo pedale dela lanza, noii volteremo nostre lanze, E feriremo lo del'altra parte cum gli ferri dele lanze. E questo fara[!] lo suo contrario.
  1. Changed from "o" to "i".