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dell’aviso, del tempo, e dell’arte, che possono far compitissimo & Illustrissimo Capitano un Serenissimo, & singolarissimo Principe.
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Onde io riconoscendo, & ammirando con humilissimo affetto il maturo splendore de gli freschi, & felici anni suoi; & legendo nella fronte del mondo le sicure speranze, & frutti dell’età futura; Adorando quella mano dalla quale l’Italia, e il Mondo tutto, è per prender sicuro riposo, e gloriosa protettione; a quella porgo, e consacro con humil dedicatione questo poco non dirò già frutto, ma fatica delle mie fatiche, che perciò solo le doverà gradire, essendo di materia da lei gradita; Nel quale si degnerà piegar l’occhio suo Serenissimo, acciò , ove la bassezza del mio ingegno con l’esercitio di quest’arte, che per anni 27. vò trattando, non arriva; trapassi tanti del suo altissimo raggio, che facci comparire l’opra in se humile, felicemente alla vista del Mondo; & sarà insieme effetto della mia devotione, & frutto della Sereniss. benignità sua, Alla qual essendo somma gloria il servire, pregherò il Cielo che mi facci degno, benche infimo servitore. Di Venetia a’ 10. Febraro 1606.
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<section begin="2"/>Onde io riconoscendo, & ammirando con humilissimo affetto il maturo splendore de gli freschi, & felici anni suoi; & legendo nella fronte del mondo le sicure speranze, & frutti dell’età futura; Adorando quella mano dalla quale l’Italia, e il Mondo tutto, è per prender sicuro riposo, e gloriosa protettione; a quella porgo, e consacro con humil dedicatione questo poco non dirò già frutto, ma fatica delle mie fatiche, che perciò solo le doverà gradire, essendo di materia da lei gradita; Nel quale si degnerà piegar l’occhio suo Serenissimo, acciò , ove la bassezza del mio ingegno con l’esercitio di quest’arte, che per anni 27. vò trattando, non arriva; trapassi tanti del suo altissimo raggio, che facci comparire l’opra in se humile, felicemente alla vista del Mondo; & sarà insieme effetto della mia devotione, & frutto della Sereniss. benignità sua, Alla qual essendo somma gloria il servire, pregherò il Cielo che mi facci degno, benche infimo servitore. Di Venetia a’ 10. Febraro 1606.
  
 
:Di V.A. Serenissima
 
:Di V.A. Serenissima
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::Humiliss. & devotiss. servitore
 
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dell’aviso, del tempo, e dell’arte, che possono far compitissimo & Illustrissimo Capitano un Serenissimo, & singolarissimo Principe.

Onde io riconoscendo, & ammirando con humilissimo affetto il maturo splendore de gli freschi, & felici anni suoi; & legendo nella fronte del mondo le sicure speranze, & frutti dell’età futura; Adorando quella mano dalla quale l’Italia, e il Mondo tutto, è per prender sicuro riposo, e gloriosa protettione; a quella porgo, e consacro con humil dedicatione questo poco non dirò già frutto, ma fatica delle mie fatiche, che perciò solo le doverà gradire, essendo di materia da lei gradita; Nel quale si degnerà piegar l’occhio suo Serenissimo, acciò , ove la bassezza del mio ingegno con l’esercitio di quest’arte, che per anni 27. vò trattando, non arriva; trapassi tanti del suo altissimo raggio, che facci comparire l’opra in se humile, felicemente alla vista del Mondo; & sarà insieme effetto della mia devotione, & frutto della Sereniss. benignità sua, Alla qual essendo somma gloria il servire, pregherò il Cielo che mi facci degno, benche infimo servitore. Di Venetia a’ 10. Febraro 1606.

Di V.A. Serenissima
Humiliss. & devotiss. servitore
Nicoletto Giganti, Maestro d’Armi.