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Page:Scienza d’Arme (Salvator Fabris) 1606.pdf/249

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QVESTA CHE SEGVE E LA QVARTA, DI CHE SI E FATTA mentione nel precedente discorso, laquale si uede ferire nel meggio dell’ armi d’ un’ altra quarta, auenuta perche quello, che hà ferito, nell’ hauere posta la punta nella prima quarta parte della spada nimica in tempo, che essa si aperse facendo quel giro, che nel’generale discorso si disse, & essendo ariuata per apunto in quel mentre, uedendo quella apertura, & il nimico immobile è andato à ferire con uoltare la mano di terza in quarta, giongendo prima che detto nimico habbia potuto parare, ilquale si è ben spinto oltre per parare, & ferire di quarta mà in cambio di fare buono effetto, hà caggionato, che l’ altro non solamente è gionto più presto, mà che la ferita anco si è fatta maggiore con facilittare di più la diffesa al pugnale delo stesso ferittore auicinandoli à quel modo la punta della sua spada. Potria similmente essere accaduto, che ’l ferittore fosse ariuato nella prima quarta parte della lama nimica, il scoperto della quale fosse anco stato picciolo, & che fingendo di andare sopra la punta del pugnale nimico, con continouare oltre, & che detto nimico habbia uoluto parare alzando il pugnale, & uoltando la mano in quarta, nel qual tempo esso ferittore sia tornato nel meggio, & ferito di quarta parando, come si uede, & ben che il ferito sia ancor lui tornato col pugnale dall’ altra parte per parare non habbia potuto. 176.