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Page:Scienza d’Arme (Salvator Fabris) 1606.pdf/253

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LIBRO SECONDO, TERZA, ET VLTIMA PARTE.

TRATTATO DI LOTTE, PRESE DI SPADA, GIETTI DI CAPPA, ET RAGGIONI DI PVGNALE.

ANCORCHE NOSTRA INTENTIONE FOSSE DI NON TRATtare delle materie, che seguirrano parendoci che assai basteuolmente potesse stare la nostra opera senza queste, à persuasione nondimeno & in gratia di molti amici, siamo lasciati indurci ad’ inserire nel libro, & aggiongerli questo presente trattato di lotte, di prese di spada, gietti di cappa, & raggioni di pugnale, cio è per diffendersi da quello con le mani ignude, & le raggioni, che ci disuadeuano dal trattarne erano primamente, per essere il uolume, senza queste, assai basteuole, & poi conforme à quanto habbiamo detto altroue, perche noi habbiamo atteso à mostrare come l’ huomo possa con una sola spada, ouero spada è pugnale, ò spada, è cappa diffendersi, & offendere il nimico, essendo queste armi solite, & consuete frà cauallieri, & ueramente proprie delli huomini nobili, che perciò habbiamo lasciato in disparte rotelle, targhe brocchieri, & altre, delle quali longo sarebbe stato il dire, & perche anco siamo sempre stati di opinioni, chi saprà osseruare le raggioni antescritte, potrà adoprare la spada accompagnata da quale si uoglia forte di arma sia da pugno, ò da braccio, perche in ciascuna di esse uisi ricerca tempo, & misura, & così parimenti haueuamo in animo di non trattare d’ altro, che della punta, & del taglio, parendoci, che chi saprà con quelle diffendersi, & offendere in tempo non douesse hauere di bisogno, ne di lotte ne di prese, si come anco si lasciaua questa diffesa delle mani ingnude contra il pugnale, essendoci auiso, che li huomini honorati, quando pure sono astretti in punto d’ honore di ridursi al cimento dell’ armi, l’ habbiano da fare con partito eguale, & con giusto paragone di ualore, douendosi aborire ogni uittoria, quando che è partorita da indegno, & uituperoso uantaggio di armi, nondimeno consigliati come habbiamo detto dalli amici, & perche frà li huomini anco intieri d’ honore nascono casi inopinati, & tanto subbiti, che non si hà tempo di ricorrere all’ armi longhe, pare che sia bene di ricordare, & auertire come possa l’huomo ualersi di pugnale contra pugnale, laquale armadunque, perche è corta porta secopericolo che ’l nimico nonuenga alla presa del pugno di esso pugnale, però si hà da fare di meno, potendosi, di parare, mà saluarsi col corpo più presto, & co’ i piedi per l’ una, ò per l’ altra parte, & andare à ferire per le mani, & per il braccio di collui, che tira che sarà molto più sicuro, & si terà il nimico più lontano, che non potrà uenire à fare presa, ne lotta, nel resto chi haurà cognitione di tempo, misura, & passo, seruiranno le raggioni prima descritte, & però non si dirà altro, mà per dare satisfacione à chi ci hà potuto comandare, metteremo come l’ huomo possa diffendersi, & offendere il suo nimico, se fosse assalito da chi hauesse un pugnale, & egli niente.