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Page:Regole di molti cavagliereschi essercitii (Federico Ghisliero) 1587.pdf/90

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sti; atteso che per volere (come per essempio) far una stoccata, conviene prima, che egli faccia moto circolare, per causare il retto: & parimente per che l’huomo formando una ferita ciò fà di moto violento, & naturale (ma il violento è di maggior vehementia del naturale) però distingueremo, che’l moto hà principio, mezo, & fine.

Et accioche questo trattato sia meglio inteso, io, in questa parte, che segue, pospongo il moto obliquo, & violento, che fà l’huomo, quando prepara il braccio, & lo porta in alto, & lo riposa nello stato, per formar ò taglio, ò punta, se bene è tempo di ferire il nemico: solo nondimeno intendo di dire del moto, che si fà, quando il braccio partendo da quella quiete diclina in moto alla ferita; & questo moto è quello, che è (come hjabbiamo detto) composto di violento, & naturale; violento rispetto alla forza dela possanza movente, la quale spinge, & violenta quel peso al suo descenso: naturale poi rispetto al peso del braccio, & della spada, che di sua natura tende al centro della terra.

Onde il detto moto hà il suo principio debole; il quale è quando incomincia à discendere: hà poi il mezo forte, che è quando il braccio giunge al liuello della spalla: nel qual piano è magior percossa, che pssa far l’huomo; perche quivi termina la violen-