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Page:Regole di molti cavagliereschi essercitii (Federico Ghisliero) 1587.pdf/39

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buono, & in filo falso, i quali due finiscono inun póto: Et se bene è corpo contenuto da una superficie; il qual si potrebbe diuidere per tutte tre le dimensioni, nondimeno la debbiamo considerare nell’operation sua come linea.

Et in qnattro modi si può tener la spada in mano: Nel primo mettendo il detto pollice sopra la sua costa, accioche con questo aiuto si fenda con essa più rettamente: ma in tal mondo le punte non si operano bene; & la mano non fà tutta la sua forza, per esser meza aperta.

Nel secondo si può pigliar in piano con la palma della mano verso terra. Et ciò si fà per haversela da fen tir più leggiera: atteso che la mano col braccio in tale stato opera quasi come appoggio del corpo, il qual fà la lieua al peso della spada: ma in tal modo non si ferisce di taglio; & si giuoca di cambiamento di linee; che è del tutto imperfetto.

Nel terzo modo si prende la spada col pugno serrato per auanzare un dito di lunghesza. Ilche nell’instrumento è vero in effetto: ma ogni volta, che si operi la ferita, l’instrumento col braccio hà da formar linea retta, più che sia possibile; ilche non si può far con questa presa: atteso che cosi sempre si forma angolo ottusa, oltre che i tagli per lo più feriscono di piato.

Nel quarto, & ultimo modo (il quale è il perfetto)