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Page:Regole di molti cavagliereschi essercitii (Federico Ghisliero) 1587.pdf/37

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L’altro tiramento è dimandato, per cui al contrario dello spingimento, la cosa à noi tirando, & mouendo, la facciamo à noi accostare: come quando à noi ritiriamo la spada.

Il terzo portamento è nominato, per cui non da noi discacciando, ne à noi discacciando, ne à noi tirando, ma con noi prortando, mouiamo: si come auuiene, quando con la spada ferma in una proportione col moto del cor corpo nostro portiamo quella hora quà, hora là.

Il quarto riuolgimento, ò rotamento si piò chiamar quello, per cui in cerchio, mouendo alcuna cosa, & quella parte verso noi accostando, & parte da noi rimouendo, giriamo in modo, che tale mouimento è quasi di ritiramento, & quasi di springimento cóposto: come si vede nelle ferite circolari.

Et cinque sono le circonferencze, che col moto forma l’huomo per ferire, poiche nel suo corpo hà cinque centri: Et il primo è nel piede manco, col quale stando fermo, & inalzando il braccio diritto con tutto il restante del corpo in moto discriue una cir conferenza, la quale è la maggiore, che egli posta fare: & di questa si forma il taglio.

La seconda circonferenza è formata dall’huomo, quá do compassato fà centro del cinto del corpo: & che co’l resto col braccio in alto descriue una circonferenza, della quale, si seruono molti in combatterealla bariera.