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Page:Regole di molti cavagliereschi essercitii (Federico Ghisliero) 1587.pdf/148

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nostra spada in linea retta, col corpo in profilo, che cosi segaremo quella linea.

Nel terzo modo, con la spada bassa giostrando, il contrario farà l’inquartata: & perciò noi si moveremo giostrando per di sopra; & col pugnale riteneremo la spada che non monti.

Nel quarto modo farà il contrario montare la spada per mezo, non per ferire: ma per cacciare la punta riversa, àche siu rimedia con l’istesso modo detto.

Nel quinto modo, metterà il contrario la punta della spada nel pugno, per impedirla: accioche non descenda. A questo non consentiremo, se subio, che la spada nemica ci mostra il corpo, feriremo: ma presupposto, che già la spada sia messa nel nostro pugno, faremo un poco di segno di ritirata, solo col pugno della spada: perche s’egli rimetterà la spada in quel moto lo feriremo.

Se nell’appresentarsi l’huomo si fosse ingannato, ò si fosse sconcertato, deue ritirarsi tirando un riverso circolare, il quale fenda la terra: & poi riconosciutosi si debbe rimettere.

Quando si fente impedita la spada, si deue cedere à quella forza; & ferire di quel moto, che l’istessa forza fa fare, & questo modo di operare nell’ armi è perfettissimo.

Se il nemico contrapassa, bisogna che noi parimente contrapassiamo: & di quà il secódo hà avantaggio.