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Page:Regole di molti cavagliereschi essercitii (Federico Ghisliero) 1587.pdf/129

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potrebbe costui nel moto, che noi facciamo, quando uscimmo col punto ferirci: ilche non per scientia; perche il moto nostro è di breve tempo: di maniera, che prima hauremo operato, che egli l’habia veduto. Nondimeno presupposto, che ci succedesse, già fi fà il scanso; & s’hà la mano, & il pugnale alla venuta; la terza è, che si potrebbe costui ritirate quando noi battiamo la battuta in prospettiva: la qual sua ritirata non potrà esser di tanta quantità, di quanta sarà la nostra cresciuta: poiche noi ci truoviamo uniti; onde in questo caso feriremo al nostro solito d’imbroccata aventata.

Se aventi che l’huomo arriva nello stretto, il nemico mutasse guardia, s’avertirà il modo, col qual si metterà; & conforme alle regole dette costi si procederà contra esso.

Hò voluto dire queste poche ragioni per maggior intelligenza, se bene non occorreva, perche tutte le figure, che quì di sotto si metteranno, sono fatte fondate in tutte le regole dette, & questa, che hora segue, dimostra l’effetto della seconda guardia, & quella linea, che esce dalla spalla del nemico, significa la proportione della spada del contrario, nella quale si suppone, che’ella fosse.