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Page:Regole di molti cavagliereschi essercitii (Federico Ghisliero) 1587.pdf/122

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A tutto questo modo dunque la volontà nostra, capitano generale del nostro essercito, & della nostra fortezza, volendo assalire, ciò sarà con diligenza, & risolutione; & disporrà l’essercito suo in battaglia, con ordinare al senso esteriore della visuale, che debba guardare la venuta della linea del nemico nel suo estremo: atteso che quella deue ferire il corpo, & non la mano: come altri vogliono.

Et oltre a questo, per poco moto che faccia la mano, la punta della spada ne fa moto molto mggiore; & perciò se noi guardaremo alla mano, perderemo il tempo di ferire: perche non vederemo in tempo l’angolo constituito dalla linea imaginata, & dalla linea della spada.

Ordinarà parimente alla potenza appetitiva concupiscibile, & rascibile, che con essa s’opponghino alle cose, che impediscono il notro fine: & che commandino alla potenza motiva, che debba stare all’erta, per dar il moto alle nostre membra: le quali hauranno da stare unite: accioche bisognando, possino dar l’assalto, & ubbidire alla volontà.

Parte delle quali mebra anderà all’assalto; & parte difenderà quelle, che faranno l’offesa: come farà il pugnale, quando difende la parte diritta del nostro corpo; ch’è quella, che và all’offesa; & cosi facendosi, otteniremo il fine nostro, che sarà la vittoria.

Il fine della Theorica.