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Page:Regole di molti cavagliereschi essercitii (Federico Ghisliero) 1587.pdf/113

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Nell’istesso modo, quando saremo offesi con le linee basse, come quando l’inimico fa l’inquartata, le rin contraremo piegandosi nel cinto; & non le lasciaremo capitar dentro al ricinto del nostro corpo.

L’offese palese sopra la terra, principalmentre si fanno có l’artiglieria: é con essa si fa la breccia, & si levano le difese, perilche si guadagna la fossa, la quale guadagnata si potrà poi far l’offesa con la zappa, & pala, & co’fornelli.

Però l’artiglieria si pianta più vicino, chye sia possibile, se il sito lo concede al luoco, nel quale si deue battere: perche ogni peso di moto violento eietto per l’aere, quanto più sarà vicino alla possanza movente, ferendo in un corpo, che resita; tanto maggior essetto farà: & quell’effetto è importantissimo, per ottenere il fine in poco tempo: il quale è pretiosissimo nell’offendere le fortezze: oltre che si fa minor spesa.

Più d’appresso dunque, che fia possibile, feriremo; cioè; quando il nemico sarà tanto lontano da noi, che siamo sicuri di aggiungerlo col nostro aprirci in forza: perche se da lontano incominciaremo l’offesa, perderemo il tempo, mostraremo viltà, & scoprendoci daremo occasione al nemico di ferirci, & quando fossimo un puoco lontani cresceremo col manco piede prima, & poi col diritto faremo la ferita.