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Page:Regole di molti cavagliereschi essercitii (Federico Ghisliero) 1587.pdf/108

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Castriotto, i quali tutti di ciò hanno trattato.

Ma la natura havendo formato il corpo dell’huomo di cosi misurata proportione, come s’è detto, hà in esso parimente constituito la fortezza composta del vario ordine, c’habbiamo detto; col quale sono state fatte le fortezze: atteso che egli hà le due mani, come Bellauardi, le quali difendono la cortina, ch’è il corpo; & parimente hà l’altre parti, come si vederà nel seguente trattato.

Et per esser le fortezze inespugnabili, converrebbe, che ritenendo semptre tutte l’offese sue, in guisa l’ini mico offendessero, che esse in modo alcuno non permettessero l’avicinarsele; il che fin’hora par che non si sia truovato: percioche l’offesa si fa per linea retta: & con quella via, con la quale quei di dentro offendono i nemici; con quella medesima scoprono il tutto quei di fuori.

La fortezza dell’huomo in consequenza di questo hà d’haver queste due conditioni; cioè; l’una è il tenere sempre le sue offese libere, & non sottoposte all’offese del nemico: l’altra il non lasciare aviecinare il nemico alla sua distanza. Noi dunque si sforzeremo di tenere la spada, & il pugnale non sottoposti all’offesa, ma fuori di presentia: come s’è detto, parlandosi della prima postura, per questo fine ritruovata dall’Illustrissimo Signor Silvio Piccolomini.