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Page:Duello, libro de re (Paride de Pozzo) 1521.pdf/99

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Ragionase de doi disfidati, & intrati in liza per guagio de battaglia a oltranza; aliquali nel intrare fo per lo iudice prohibito che qualunche de loro il segno trapassasse, fosse oltra che per vinto remanesse decapitato, successe che luno fo per forza de l'altro cacciato dal segno, & quello rimase; al iudice dimandava sententia in suo favore; l'altro cacciato fora del segno denegava tale victoria; anzi contra il nimico incomincio a ferire, quale incanto ala secura retrovo, per esser stati da lui per vera virtu fora del segno rebuttato che violentemente lo butto per terra; dapo li monto sopra con lo coltello in la gola, facendolo confessare essere suo presone; il che il iudice dubitava se quello devea essere iustamente vincitore; & alcuni dicono de no, per respecto che essendo fora del segno cacciato havendo perso il campo rimase vinto, tale che ragionevolmente non possette piu offendere, ne insultare il suo inimico, quale lo havea vinto il campo. Onde per lo insulto facto dapo per lo perditore delo campo devea essere punito per traditore. Incontrario se responde, per respecto che la battaglia alhora non era finita; attento che era de natura de oltranza, nelaquale stando luno de sotto, & l'altro desopra; luno fugendo, & l'altro seguitando; in caso chel fugitore, overo lo soggiecto se recuperasse non obsta inanzi la desdicta, o morte del perditore nullo accidente segno de perduta, pur che a l'ultimo superasse il suo inimico. Et donase questo exemplo duno Capitaneo, quale perdendo molti cavalieri, dapo con pochi resto vincitore; & percio se deve