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Page:Duello, libro de re (Paride de Pozzo) 1521.pdf/88

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quale havendo fondamento de iustitia non demonstra contra ragione procedere; perche ale volte un cavaliero potra havere iustitia, & fondando in tale modo la sua querela che per iustitia non veneria a concludere essere iusta, tale che veneria a essere iniusta, & la vera potria per le parole falsa diventare; si como diffusamente e declarato in altro capitulo, neloquale e denotato che la querela debbe con gran iustitia concludere. Et trovase che una volta fo facto un bando da parte de uno armigero che volea combattere con chi dicesse il contrario, a chi respose un'altro che disse il contrario; & essendo dubitato quale fosse il provocatore; fo determinato per cavalieri; quello ilquale pose il bando fosse il rechieditore. Similmente anchora quello che ponesse scriptura alcuna contra chi volesse dire il contrario saria lo rechieditore chi prima movesse la querela; quando non fosse iniuriato saria rechieditore voluntario. Pero il piu dele volte se vede li voluntarii provocatori sempre essere perditori.

Essendo uno Signore da vasalli rechiesto de concedere il campo se iustamente potra il campo concedere. Capitolo XI.

Esendo uno signore da soi vasalli recercato che devesse a loro il campo securo donare per combattere. se dimanda si per iustitia millitare lo devera concedere. Se responde de no; perche non debbe permettere farse homicidio fra li soi vasalli, anzi debbe con quelli remedii che sono de ragione ordinati prudentemente remediare ponendo pace