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Page:Duello, libro de re (Paride de Pozzo) 1521.pdf/55

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De neccessita havemo da sapere, & intendere si como nele battaglie dove doi solamente interveneno se chiama duello; che vole dire battaglia de doi; nelquale duello se ha da provare le delicto che se oppone contra l'altro per forza de arme. Ma questa prova dice la Decretale, & la constitutione de Federico che non e prova vera, ma piu legitimamente divinatione se potria appellare; attento che col vero non saccorda, ma piu presto divisa da ogni commune ragione, & equitate; & non consente con alcuna naturale ragione; per respecto che impossibile doi equali pugnatori retrovare che non venga a essere lun piu forte de l'altro, o de magiore ingegno, o piu ne l'arme exercitato. Ma perche li francesi, & li Italiani diceno che le piu dele volte in tale battaglie se sole lo divino judicio demonstrare; & perche quello che ha justitia de continuo vincere se vede. Dice lo abbate Siculo che cessando la divina dispositione vincera quello che virile, ingegnoso, & gagliardo se ritrova; & lo Psalmo dice che verismilmente a nullo se persuadere Dio havere cura deli iniqui, & perversi homini; pero per commune opinione se tene che Dio in tale battaglie monstre la sua justitia. li infideli teneno, & affermano che ogni victoria da Dio proceda; & per monstrare de questo la loro ferma opinione, sempre portano neli scuti litere che denotano non essere victoria se non quella delaquale Dio e donatore. Et che questo sia vero in litere hebree e annotato che ogni victoria vene da Dio; & queste conferma la lege Imperiale, quale gratie rende a Dio dele victorie