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Page:Duello, libro de re (Paride de Pozzo) 1521.pdf/37

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stare battaglia contra disobedienti; & dice più che lo principe che permette, & indice la battaglia justa, lo fa in virtù de Dio anchora che morte ne possa seguire; & per volunta de Dio lo quale dice io occidero, & per mia volunta ogni anima faro vivere. Et per questo più diffusamente in latino ho scripto producendo molte auctoritate, come disopra habiamo scripto. Et impero al judicio del papa, & dela chiesa Romana, & dela Catholica fede me remecto. Pero se vede la antiqua consuetudine observare de ogni gente, & per la chiesa romana havendone conscientia e tolerata per li principi mondani; & più per li imperatori i quali per la supprema potesta permetteno tal battagllie con juste cause le quale con stile de religione se adoperano, & che li pugnatori giurano de observare tutto quello che prometteno; & non se permetteno tal battaglie se non per grande errore, & per conservatione dela militare disciplina; & per ritrovare la verità dandose gran punitione a quello che contra justitia combatte quale injusto combattitore fra tutti li cavalieri se reproba, & dasse per infame, & si como voleno le lege deli imperatori la militia se debbe observare con grande honestate & virtute, & observatione dele cose publice, & con religione, & punitione deli delicti militari; perché con justitia grande fra li disfidati se debbe combattere si como havemo de sopra dicto.

Dele conditione che debbeno havere quelli cavalieri che vorrà intrare nela singulare battaglia de sua persona con altri cavalieri. Cap. V.