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Page:Duello, libro de re (Paride de Pozzo) 1521.pdf/90

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combattere. Se responde de si, essendo la rechiesta facta per li cavalieri, overo armigeri per loro fama, satisfactione, & honore per gravissimo mancamento quando altra prova non apparesse; attale che nissuno de loro con infamia, & dishonore remanesse, per manifestatione dela verita, per ragion de cavallaria, & per stilo d'arme e tenuto pigliare il iudicio, & dare con securita il campo nel casi che per le lege, & consuetudine sono permesse; pero non senza tarda deliberatione, & digesto consiglio de valorosi cavalieri experti in arme, & in tali exerciti militari, & debbe demonstrare il Principe non senza causa de iusta necessita acceptarlo, & considerare accortamente con gran prudentia, si alcuno de loro contra iustitia combattere deliberasse; & se loro intentione e iusta; saria ben che la battaglia permetesse, attale che la verita se demonstrasse per causa de honore, & non per ira, odio, o per altra mala volunta che ducesse l'origine d'alcuna inimicitia; ma solamente per gran delicto, & per honore volendo evitare la infamia del incolpato che nela sua corte retrovasse; in modo che per necessita, per battaglia la iustitia dela parte se devesse manifestare per la verita non senza gran consiglio del principe; perche non se po concedere la battaglia universale, ne particulare; prima che la causa non sia descussa, qual per battaglia iustamente se debbia determinare con deliberatione de cavalieri; perche nullo homo in se medesmo e savio, ne debbe da per se in cose ardue iudicare; & quando al principe paresse per un modo, & al consiglio per un'altro, se debbe quello exequire dove piu verisimile ragione se adduceno conforme ala verita, ala iustita, & ala equita;