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Page:Duello, libro de re (Paride de Pozzo) 1521.pdf/116

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chiesto trovandose epso homo libero, & l'altro obligato non saria per epso il combattere, ne per vincere, ne per essere vinto da uno altro obligato. La terza ragione e chel obligato e de tale conditione che liberamente non po desponere de sua persona per essere obligata, laquale se po dire essere como che serva de quello a chi e obligata in tanto che Aristotele disse che pero lo debitore sempre voria chel suo creditore non fosse nel mondo. Et vole Andrea de ysernia che la obligatione personale sia specie de servitute. Onde havendo quello tale obligatione de intrare con l'altro nela battaglia, nelaquale verisimilmente ce po incorrere morte, captivita, o servitu essendo preso da l'altro; per questo sono dispari conditione; & perche tale battaglia recerca parita de stato libero (si como de sopra e dicto) potria succedere chel provocatore obligato vincesse il secondo rechiesto, & dapo fosse dal primo vinto, & superato con infamia; veneria ad essere il secondo rechiesto presone de uno infame reprobato. Impero per volere evitare tanto inconveniente se debbe absolvere dala prima battaglia; lo exito delaquale demonstrara sel secondo rechiesto devera combattere con lui, atteso che siando vinto dal primo potra essere dal secondo repulsato. Et questa e la iusta decisione de tal dimanda; & impero quello che tene guagio de battaglia non debbe intrare in giostre, ne in torniamenti, ne in nissuno altro prelio, ne debbe fare exerciti neliquali potesse incorrere caso sinistro nela sua persona; perche essendo nela giornata impedito de non potere combattere per caso successo per sua colpa, & defecto; essendo